Visualizzazione post con etichetta caregiver. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta caregiver. Mostra tutti i post

venerdì 16 dicembre 2022

Una soluzione su misura

Le cure domiciliari "per tutti" forse non sono la soluzione migliore. 

In che senso? 

La riflessione nasce dopo aver letto questo articolo, in cui si evidenzia che pensare di applicare le cure domiciliari in base ad un unico modello standard potrebbe non essere la soluzione migliore
Infatti, uno degli elementi principali che contraddistingue le cure domiciliare è il fatto di portarsi all'interno dell'ambito privato e quotidiano di una persona: questo comporta una cura che coinvolge non solo l'aspetto sanitario, ma anche quello sociale. In più, oltre alla persona che necessita di cure, sono coinvolti anche i familiari e caregiver che condividono la quotidianità dell'Assistito. Questo significa che le cure a domicilio coinvolgono a livelli differenti anche chi vive affianco al beneficiario del servizio: un'esperienza condivisa da molti attori che co-partecipano al benessere di una persona.
 
A questo punto è chiaro che le cure a domicilio sono differenti per ciascuno, non solo, ovviamente, a livello medico e terapeutico, ma soprattutto per il diverso contesto sociale che è unico e individuale.
Per questo motivo, si può affermare che l'assistenza domiciliare è diversa per ciascuno e non può essere pensata in maniera generica, ma richiede un'attenta valutazione.

Di conseguenza l'assistenza domiciliare "su misura" necessita uno strumento di gestione altrettanto sartoriale. Affidarsi ad un software gestione è sicuramente il primo passo per organizzare al meglio l'erogazione dei servizi. Ma affidarsi ad un Software come Vitaever® in cui lavorano professionisti del settore da anni, garantisce non solo professionalità su misura, ma mette a disposizione l'esperienza di abili consulenti competenti e preparati.

Scoprite qui il miglior software che possiamo offrirvi o chiamateci: sapremo proporvi la soluzione migliore per la vostra realtà
Il nostro numero è 051 5871771 e per email a sales@vitaever.com.

martedì 3 agosto 2021

Il ruolo del caregiver nel processo ADI

Tra le figure che compaiono nel processo di assistenza domiciliare, ci sono anche i caregiver: delle presenze spesso silenti ma fondamentali per l’Assistito lungo tutto il percorso.
Spesso il processo di gestione dell’assistenza si concentra sul ruolo degli Enti che coordinano e che erogano il servizio di assistenza, lasciando un po’ in secondo piano queste figure che talvolta vengono date per “scontate”.
Da alcuni mesi il Comune di Bologna ha attivato attraverso la Cooperativa Cadiai e il consorzio Aldebaran, che utilizzano Vitaever® per gestire altri servizi, una serie di iniziative a sostegno dei caregivers. Qui trovate l'articolo in cui si parla di questo progetto.

L’attivazione di questo programma è un’ulteriore segno della crescente presa di consapevolezza da parte delle Istituzioni, dell’importanza e della complessità del processo di cura presso il domicilio.

Attraverso Vitaever® vengono eseguiti ogni giorno migliaia di attività di assistenza domiciliare, una forma di assistenza su cui già dieci anni fa avevamo investito.
 
Scoprite come collaboriamo con realtà su tutto il territorio in questa pagina del nostro sito


martedì 15 novembre 2016

Invecchiamento, Assistenza Domiciliare & Non-Autosufficienza in Italia

Invecchiamento, Assistenza Domiciliare & Non-Autosufficienza in Italia

L’assistenza agli anziani non autosufficienti è una delle emergenze sociali non adeguatamente affrontate nel nostro Bel Paese, nonostante sia nota la spiccata longevità della popolazione nostrana e la crescente incidenza delle persone anziane che vivono sole.

Invecchiamento & non-autosufficienza, lo scenario italiano

Una delle conseguenze più rilevanti dell’invecchiamento è il bisogno di assistenza
continuativa a causa dell’impossibilità nel portare avanti le attività quotidiane. La progressiva riduzione dell’autonomia funzionale nella popolazione anziana assume ormai una dimensione sociale non trascurabile. Come se non bastasse, la rete familiare risulta sempre più fragile e spesso inadeguata nel tentativo di prendersi cura dei bisogni dell’anziano e l’opzione politica che richiede ai caregiver informali sempre più compiti di cura e di alta responsabilità appare improponibile, ponendosi peraltro in discontinuità con le strategie di cura adottate nei sistemi di protezione sociale più efficaci nel resto d’Europa.

Nei prossimi anni, in Italia, la domanda di servizi socio-sanitari e la relativa spesa pubblica e privata sono destinate ad aumentare in modo considerevole, specie per quanto riguarda l’assistenza continuativa (Long- Term Care, “Ogni forma di cura fornita a persone non autosufficienti, lungo un periodo di tempo esteso, senza data di termine predefinita” – OCSE). A questo riguardo, secondo un recente studio, la spesa pubblica complessiva che ammonta all’1,9% del PIL nel 2015 (di cui circa due terzi erogata a soggetti con più di 65 anni), crescerà fino al 3,2% nel 2060 (Mef – Dipartimento della Ragioneria dello Stato, 2016).

L’affermarsi di questi bisogni va posto in relazione soprattutto con il progressivo
invecchiamento generale della popolazione e la crescita dei casi di malattie
neuro-degenerative, nonché con il forte incremento del numero delle famiglie cosiddette mononucleari che mina le potenzialità dell’assistenza erogata all'interno dei nuclei familiari.

Infine, sulla capacità di soddisfare la domanda incide inoltre anche la progressiva evoluzione del sistema ospedaliero verso l’assistenza per i soli acuti, da cui deriva la forte esigenza di promuovere un’assistenza extra-ospedaliera in grado di affrontare i bisogni della fase post-acuta dell’intervento sanitario.

Il ruolo del caregiver in Italia

Il tema dei servizi residenziali e del loro uso da parte degli anziani è strettamente legato al ruolo che i caregiver familiari e informali svolgono in Italia nell'ambito dell’assistenza continuativa.
Le indagini empiriche provano che, alla base delle scelte operate dalla famiglia quando si presenta un caso di non autosufficienza, agiscono non solo fattori economici e culturali ma anche affettivi.
Alcune ricerche scientifiche realizzare dall'Agenzia Sanitaria della Regione Emilia Romagna (2005) dimostrano che davanti alla condizione problematica di un soggetto anziano, la prima opzione sia sempre quella di una attivazione delle risorse interne alla famiglia. A questo proposito. alle attività di cura che i familiari svolgono in favore dell’anziano non autosufficiente viene attribuita una forte valenza affettiva: il lavoro di cura non viene cioè percepito come una semplice esecuzione di mansioni ma se ne evidenziano gli aspetti connessi al contatto quotidiano, all'intimità, alla convivenza, allo scambio comunicativo. Parallelamente, queste ricerche evidenziano anche la gravosità dei compiti che i caregiver familiari si trovano a dovere sostenere, e la grande difficoltà a conciliare tra loro le esigenze dell’anziano, della famiglia propria e, quando c’è, del lavoro retribuito.

E’ piuttosto evidente che la condizione di non autosufficienza determina una reciproca dipendenza tra l’anziano e il suo responsabile di cura e ciò va ad incidere anche sugli equilibri familiari e lavorativi di quest’ultimo.

L’evoluzione del famiglia moderna italiana e conseguente degrado della cura all'anziano non-autosufficiente

Dunque nel nostro paese gli scarsi investimenti nei servizi domiciliari hanno portato ad una situazione in cui la domanda supera di gran lunga l’offerta pubblica e molte famiglie devono sopportare l'onere finanziario delle crescenti esigenze di cura, anche se nel periodo pre-crisi, in base a uno studio europeo pubblicato nel 2007, meno di una famiglia italiana su tre (27%) poteva permettersi di pagare per l'assistenza professionale a domicilio (Commissione Ue, 2007).

Negli ultimi anni il progressivo declino della famiglia quale principale erogatrice di cure, legato in particolare alla crescente partecipazione al mercato del lavoro da parte della donna, alla progressiva riduzione del numero dei figli e dei componenti del nucleo familiare e all'introduzione di nuove regole nei regimi previdenziali, ha determinato l’instaurarsi di una nuova divisione del lavoro di cura verso gli anziani non autosufficienti.

Negli ultimi anni le statistiche ISTAT e altre indagini campionarie puntano il dito sull'indebolimento del ruolo dei caregiver familiari nelle attività di cura rivolte agli anziani, come conseguenza delle trasformazioni socio-demografiche avvenute in seno alle famiglie.
Insomma, sembra che in Italia il numero dei caregiver sia aumentato, ma la quantità di tempo dedicato alle attività di cura è in diminuzione. Così, meno famiglie riescono a beneficiare di aiuto attraverso le reti informali e chi aiuta lo fa in modo più selettivo e mirato alle situazioni più critiche (ISTAT, 2015).
caregiver italiani

Le prospettive future italiane

Fino a qualche anno fa la forte solidarietà intra-generazionale ha garantito un’assistenza informale da parte delle generazioni più giovani nei confronti di quelle anziane più fragili. Ma quale scenario si delinea alla luce del processo di invecchiamento registrato in Italia?

Oggi giorno, la preoccupazione crescente è rappresentata dal timore che nei prossimi anni, se i sistemi di cura formali non punteranno maggiormente (rispetto il passato) sulle prestazioni domiciliari, sulle forme alternative alle RSA (le comuni case di residenza per anziani) e sull'integrazione degli interventi rivolti agli anziani non autosufficienti, il pesante onere posto sulle famiglie potrebbe rovesciarsi in un aumento dell’istituzionalizzazione, in controtendenza con la programmazione socio-sanitaria prevalente in Europa.

Date queste considerazioni, quindi, il timore è che le conseguenze sociali saranno davvero pesanti, tenendo conto anche della recente evoluzione dell’offerta privata di posti letto per anziani. In Italia, infatti, nonostante la riduzione dei ricoveri degli anziani nelle strutture residenziali, negli ultimi tempi è aumentato il numero delle strutture private non convenzionate (Cerved, 2016), alcune delle quali basano la propria strategia di business operando in aree territoriali a bassa densità di offerta di posti letto (soprattutto nel centro e nel sud del paese dove queste aziende sono in competizione con uno scarso numero di player pubblici e privati) e con un livello di trasparenza comunicativa non adeguato, specie per quanto riguarda le rette e i servizi di base e opzionali forniti.

Purtroppo, i rischi sociali sono alti! Basti pensare che solo nel periodo gennaio-luglio 2016, in base ai dati rilasciati dal ministero della Salute su 1.647 controlli in strutture (pubbliche e private) per anziani sono state rilevate 472 (28%) non conformità: mancanza di autorizzazione, maltrattamenti, esercizio abusivo della professione sanitaria, abbandono d’incapace, inadeguatezze strutturali ed assistenziali le violazioni più frequenti.

eHealth in ItaliaE’ il segno che la programmazione dei servizi residenziali e l’assistenza continuativa agli anziani necessitano di una profonda riorganizzazione e del potenziamento degli interventi.

Il ruolo di servizi come Vitaever®

Se da un lato le sempre più favorevoli condizioni di sopravvivenza fanno registrare un incremento del numero di ultra 65enni, dall'altro lato c'è da considerare che in tale contesto, puntare sull'innovazione sia un passo necessario e non più rinviabile.

Ecco perché risulta importante puntare sull’eHealth come leva strategica che può contribuire fattivamente a conciliare la qualità del servizio con il controllo della spesa e, soprattutto, per favorire l’erogazione delle cure secondo percorsi clinico-assistenziali strutturati che possano adattarsi in modo flessibile e personalizzato ai bisogni di salute dei cittadini.
Oggigiorno, portare la cura nella casa dei pazienti e quindi l’avvicinamento dell’offerta di salute ai bisogni dei pazienti è sempre più un obiettivo da dover realizzare nel breve termine. A questo proposito, la “tecno assistenza” può rappresentare uno strumento utile per permettere all'anziano di non essere sradicato dal proprio contesto sociale.
Molto probabilmente, alla base di tutto, esiste un primario bisogno di rivedere il Sistema Sanitario italiano in modo da renderlo in grado di sfruttare al meglio nuove tecnologie come la telemedicina e i software Cloud. Proprio servizi di questo tipo rappresentano una risorse fondamentale nel tentativo di migliorare non solo la qualità di vita dell’assistito, ma anche (e soprattutto) la qualità del lavoro del professionista della salute che assiste l’anziano.


Il Cloud computing, tecnologia alla base di servizi come il nostro Vitaever®, offre il vantaggio di poter garantire ad ogni organizzazione sanitaria e socio-assistenziale (pubblica e privata), indipendentemente dalla propria dimensione, di dotarsi di un’infrastruttura tecnologica per gestire la propria attività quotidiana in modo più che efficiente. Questo significa che, grazie a Vitaever per esempio, le piccole strutture potrebbero dotarsi dello stessa tecnologia di una più grande, pagando in funzione della propria dimensione (in termini di attività svolta o numero pazienti) e favorendo lo scambio di informazioni ed il concetto di rete. Inoltre, oltre a garantire un modello di costo sostenibile per l’organizzazione stessa, Vitaever® cresce e si evolve grazie al contributo di tutti i suoi utilizzatori.
Ma a beneficiare di servizi come Vitaever®, non sono solo le strutture organizzative!
Infatti, principalmente, a beneficiarne sono i pazienti assistiti. Con questi strumenti tecnologicamente innovativi, il professionista della salute non solo riuscirà a concentrarsi maggiormente sulla sua attività principale, ma riuscirà a garantire una qualità di lavoro nettamente maggiore all'anziano in cura.


Per tutti questi motivi, quindi risulta davvero importante investire in servizi socialmente utili! Come abbiamo visto, a beneficiarne sono davvero tutti, ma soprattutto gli anziani e le loro famiglie.
software Cloud al servizio dell'assistenza domiciliare

#VITAEVER
#assistenzadomiciliare #aging #invecchiamento #caregiver
#ForumNonAutosufficienza  #NonAutosufficienza