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mercoledì 23 dicembre 2020

Vitaever® è Amazon Public Sector Partner

A dicembre 2020, Nethical S.r.l. ha ottenuto il riconoscimento di Public Sector Partner da parte di Amazon Web Services. Questo si aggiunge a quello ottenuto nel 2018 come Select Technology Partner, che aveva già confermato la qualifica delle competenze tecniche sul Cloud Amazon sul quale è basata tutta l'infrastruttura del servizio Vitaever®
Il titolo di Public Sector Partner è assegnato a fornitori qualificati per Enti della Pubblica Amministrazione, Istituzioni didattiche ed Organizzazioni no profit che devono affrontare sfide speciali per raggiungere i propri obiettivi in maniera sempre più competitiva. Vitaever® si è rivolta ad AWS per continuare ad innovare, con lo scopo di offrire servizi più efficienti ai propri Clienti, raggiungere una platea più ampia e, in generale, concentrare gli sforzi nel perseguimento della propria missione.

La qualifica PSP viene assegnata a Partner che possiedono determinati requisiti e che propongono soluzioni ed esperienza degne di note per professionalità e qualità. Tra i vantaggi proposti da AWS vi è la possibilità di entrare a fare parte di una community specifica per il settore di riferimento, oltre a quella di aumentare la propria visibilità presso i Clienti del settore pubblico, no profit ed educativo. Inoltre, Vitaever® ha ora anche l'occasione di creare nuove partnership con il team AWS di vendita, marketing, solutions architect e di espandere la propria esperienza in AWS per il settore pubblico.
 
Vitaever® lavora già da alcuni anni con le Pubbliche Amministrazioni a cui fornisce un gestionale per l'implementazione dei servizi sociali, come ad esempio quello di trasporto sociale presso il Comune di Pioltello dal 2019 oppure quelli di Assistenza Domiciliare presso il Comune di Chiari, cliente dal 2018. 
 
Anche in ambito no profit, Vitaever® ha una comprovata esperienza e ricorda la collaborazione ormai decennale con Fondazione Ant Italia Onlus e con numerose altre realtà su tutto il territorio nazionale.

Per ogni informazione o per provare gratuitamente il nostro servizio, senza impegno, potete visitare il nostro sito internet, www.vitaever.com.

martedì 28 luglio 2020

Assistenza domiciliare integrata: un investimento necessario per il futuro

Negli ultimi anni si è posta sempre maggiore attenzione all'Assistenza Domiciliare Integrata (ADI), annoverata tra i livelli essenziali di assistenza dal Servizio Sanitario Nazionale italiano.
In realtà non esistono criteri univoci di valutazione di questa tipologia di servizi, perciò è difficile fare un’analisi a livello complessivo della loro efficienza. Ciò che è innegabile è che il progressivo innalzamento dell’età media della popolazione che richiede un'assistenza sempre maggiore assieme alla situazione che si è creata con la pandemia globale Covid-19 rendono necessaria una maggiore attenzione e un conseguente investimento di energie, risorse e ricerca sulla modalità di cura e assistenza presso il domicilio. Per approfondimenti in merito vi rimandiamo all'indagine pubblicata nel 2019 da Longeva.

Tra il  2014 e il 2016 è stato stabilito il piano di azione per l’implementazione della strategia globale - Global Strategy Action Plan (GSAP) - dell’Organizzazione delle Nazioni Unite, tra i cui obiettivi vi è la trasformazione dell’invecchiamento in una risorsa piuttosto che in un impegno gravoso.
Questo cambiamento culturale nella percezione della persona che ha bisogno di assistenza può essere ampliato a chi si trova nella condizione di “malato”, inteso come essere umano che necessita di cure e assistenza a causa di un disagio fisico o mentale momentaneo o permanente. In quest’ottica di valorizzazione della persona assistita come attiva sia all'interno del nucleo familiare che della società, lontano dal letto di ospedale, l’assistenza domiciliare risulta essere un elemento fondamentale nel miglioramento della qualità della vita sia dell’assistito che delle persone affianco ad esso.
Come già detto non esistono criteri univoci di valutazione dei servizi e ad oggi la loro erogazione ed efficienza risulta molto disomogenea all'interno del territorio nazionale italiano. Nonostante ciò alcune indagini individuano tra i fattori che caratterizzano le buone pratiche l’utilizzo di strumenti per l’identificazione del bisogno e la gestione del processo tramite applicativo informatico per agevolare lo scambio di informazioni e la gestione delle prestazioni domiciliari.

Questo, e non solo, è ciò che fa Vitaever® : il software è stato ideato quindici anni fa per agevolare questa tipologia di assistenza e da allora è stato migliorato per essere sempre più reattivo e performante per rispondere alle necessità di chi gestisce i servizi a domicilio o sul territorio.
Crediamo davvero nella mission della nostra azienda: aiutare le realtà che svolgono servizi territoriali e domiciliari, ottimizzando per loro i processi attraverso la tecnologia Cloud e l'innovazione.

Sul sito di Vitaever® troverete tutte le informazioni sul prodotto, oltre alla possibilità di provare la nostra demo gratuita.



“People don't buy what you do. People buy why you do it” (Simon Sinek)

martedì 15 novembre 2016

Invecchiamento, Assistenza Domiciliare & Non-Autosufficienza in Italia

Invecchiamento, Assistenza Domiciliare & Non-Autosufficienza in Italia

L’assistenza agli anziani non autosufficienti è una delle emergenze sociali non adeguatamente affrontate nel nostro Bel Paese, nonostante sia nota la spiccata longevità della popolazione nostrana e la crescente incidenza delle persone anziane che vivono sole.

Invecchiamento & non-autosufficienza, lo scenario italiano

Una delle conseguenze più rilevanti dell’invecchiamento è il bisogno di assistenza
continuativa a causa dell’impossibilità nel portare avanti le attività quotidiane. La progressiva riduzione dell’autonomia funzionale nella popolazione anziana assume ormai una dimensione sociale non trascurabile. Come se non bastasse, la rete familiare risulta sempre più fragile e spesso inadeguata nel tentativo di prendersi cura dei bisogni dell’anziano e l’opzione politica che richiede ai caregiver informali sempre più compiti di cura e di alta responsabilità appare improponibile, ponendosi peraltro in discontinuità con le strategie di cura adottate nei sistemi di protezione sociale più efficaci nel resto d’Europa.

Nei prossimi anni, in Italia, la domanda di servizi socio-sanitari e la relativa spesa pubblica e privata sono destinate ad aumentare in modo considerevole, specie per quanto riguarda l’assistenza continuativa (Long- Term Care, “Ogni forma di cura fornita a persone non autosufficienti, lungo un periodo di tempo esteso, senza data di termine predefinita” – OCSE). A questo riguardo, secondo un recente studio, la spesa pubblica complessiva che ammonta all’1,9% del PIL nel 2015 (di cui circa due terzi erogata a soggetti con più di 65 anni), crescerà fino al 3,2% nel 2060 (Mef – Dipartimento della Ragioneria dello Stato, 2016).

L’affermarsi di questi bisogni va posto in relazione soprattutto con il progressivo
invecchiamento generale della popolazione e la crescita dei casi di malattie
neuro-degenerative, nonché con il forte incremento del numero delle famiglie cosiddette mononucleari che mina le potenzialità dell’assistenza erogata all'interno dei nuclei familiari.

Infine, sulla capacità di soddisfare la domanda incide inoltre anche la progressiva evoluzione del sistema ospedaliero verso l’assistenza per i soli acuti, da cui deriva la forte esigenza di promuovere un’assistenza extra-ospedaliera in grado di affrontare i bisogni della fase post-acuta dell’intervento sanitario.

Il ruolo del caregiver in Italia

Il tema dei servizi residenziali e del loro uso da parte degli anziani è strettamente legato al ruolo che i caregiver familiari e informali svolgono in Italia nell'ambito dell’assistenza continuativa.
Le indagini empiriche provano che, alla base delle scelte operate dalla famiglia quando si presenta un caso di non autosufficienza, agiscono non solo fattori economici e culturali ma anche affettivi.
Alcune ricerche scientifiche realizzare dall'Agenzia Sanitaria della Regione Emilia Romagna (2005) dimostrano che davanti alla condizione problematica di un soggetto anziano, la prima opzione sia sempre quella di una attivazione delle risorse interne alla famiglia. A questo proposito. alle attività di cura che i familiari svolgono in favore dell’anziano non autosufficiente viene attribuita una forte valenza affettiva: il lavoro di cura non viene cioè percepito come una semplice esecuzione di mansioni ma se ne evidenziano gli aspetti connessi al contatto quotidiano, all'intimità, alla convivenza, allo scambio comunicativo. Parallelamente, queste ricerche evidenziano anche la gravosità dei compiti che i caregiver familiari si trovano a dovere sostenere, e la grande difficoltà a conciliare tra loro le esigenze dell’anziano, della famiglia propria e, quando c’è, del lavoro retribuito.

E’ piuttosto evidente che la condizione di non autosufficienza determina una reciproca dipendenza tra l’anziano e il suo responsabile di cura e ciò va ad incidere anche sugli equilibri familiari e lavorativi di quest’ultimo.

L’evoluzione del famiglia moderna italiana e conseguente degrado della cura all'anziano non-autosufficiente

Dunque nel nostro paese gli scarsi investimenti nei servizi domiciliari hanno portato ad una situazione in cui la domanda supera di gran lunga l’offerta pubblica e molte famiglie devono sopportare l'onere finanziario delle crescenti esigenze di cura, anche se nel periodo pre-crisi, in base a uno studio europeo pubblicato nel 2007, meno di una famiglia italiana su tre (27%) poteva permettersi di pagare per l'assistenza professionale a domicilio (Commissione Ue, 2007).

Negli ultimi anni il progressivo declino della famiglia quale principale erogatrice di cure, legato in particolare alla crescente partecipazione al mercato del lavoro da parte della donna, alla progressiva riduzione del numero dei figli e dei componenti del nucleo familiare e all'introduzione di nuove regole nei regimi previdenziali, ha determinato l’instaurarsi di una nuova divisione del lavoro di cura verso gli anziani non autosufficienti.

Negli ultimi anni le statistiche ISTAT e altre indagini campionarie puntano il dito sull'indebolimento del ruolo dei caregiver familiari nelle attività di cura rivolte agli anziani, come conseguenza delle trasformazioni socio-demografiche avvenute in seno alle famiglie.
Insomma, sembra che in Italia il numero dei caregiver sia aumentato, ma la quantità di tempo dedicato alle attività di cura è in diminuzione. Così, meno famiglie riescono a beneficiare di aiuto attraverso le reti informali e chi aiuta lo fa in modo più selettivo e mirato alle situazioni più critiche (ISTAT, 2015).
caregiver italiani

Le prospettive future italiane

Fino a qualche anno fa la forte solidarietà intra-generazionale ha garantito un’assistenza informale da parte delle generazioni più giovani nei confronti di quelle anziane più fragili. Ma quale scenario si delinea alla luce del processo di invecchiamento registrato in Italia?

Oggi giorno, la preoccupazione crescente è rappresentata dal timore che nei prossimi anni, se i sistemi di cura formali non punteranno maggiormente (rispetto il passato) sulle prestazioni domiciliari, sulle forme alternative alle RSA (le comuni case di residenza per anziani) e sull'integrazione degli interventi rivolti agli anziani non autosufficienti, il pesante onere posto sulle famiglie potrebbe rovesciarsi in un aumento dell’istituzionalizzazione, in controtendenza con la programmazione socio-sanitaria prevalente in Europa.

Date queste considerazioni, quindi, il timore è che le conseguenze sociali saranno davvero pesanti, tenendo conto anche della recente evoluzione dell’offerta privata di posti letto per anziani. In Italia, infatti, nonostante la riduzione dei ricoveri degli anziani nelle strutture residenziali, negli ultimi tempi è aumentato il numero delle strutture private non convenzionate (Cerved, 2016), alcune delle quali basano la propria strategia di business operando in aree territoriali a bassa densità di offerta di posti letto (soprattutto nel centro e nel sud del paese dove queste aziende sono in competizione con uno scarso numero di player pubblici e privati) e con un livello di trasparenza comunicativa non adeguato, specie per quanto riguarda le rette e i servizi di base e opzionali forniti.

Purtroppo, i rischi sociali sono alti! Basti pensare che solo nel periodo gennaio-luglio 2016, in base ai dati rilasciati dal ministero della Salute su 1.647 controlli in strutture (pubbliche e private) per anziani sono state rilevate 472 (28%) non conformità: mancanza di autorizzazione, maltrattamenti, esercizio abusivo della professione sanitaria, abbandono d’incapace, inadeguatezze strutturali ed assistenziali le violazioni più frequenti.

eHealth in ItaliaE’ il segno che la programmazione dei servizi residenziali e l’assistenza continuativa agli anziani necessitano di una profonda riorganizzazione e del potenziamento degli interventi.

Il ruolo di servizi come Vitaever®

Se da un lato le sempre più favorevoli condizioni di sopravvivenza fanno registrare un incremento del numero di ultra 65enni, dall'altro lato c'è da considerare che in tale contesto, puntare sull'innovazione sia un passo necessario e non più rinviabile.

Ecco perché risulta importante puntare sull’eHealth come leva strategica che può contribuire fattivamente a conciliare la qualità del servizio con il controllo della spesa e, soprattutto, per favorire l’erogazione delle cure secondo percorsi clinico-assistenziali strutturati che possano adattarsi in modo flessibile e personalizzato ai bisogni di salute dei cittadini.
Oggigiorno, portare la cura nella casa dei pazienti e quindi l’avvicinamento dell’offerta di salute ai bisogni dei pazienti è sempre più un obiettivo da dover realizzare nel breve termine. A questo proposito, la “tecno assistenza” può rappresentare uno strumento utile per permettere all'anziano di non essere sradicato dal proprio contesto sociale.
Molto probabilmente, alla base di tutto, esiste un primario bisogno di rivedere il Sistema Sanitario italiano in modo da renderlo in grado di sfruttare al meglio nuove tecnologie come la telemedicina e i software Cloud. Proprio servizi di questo tipo rappresentano una risorse fondamentale nel tentativo di migliorare non solo la qualità di vita dell’assistito, ma anche (e soprattutto) la qualità del lavoro del professionista della salute che assiste l’anziano.


Il Cloud computing, tecnologia alla base di servizi come il nostro Vitaever®, offre il vantaggio di poter garantire ad ogni organizzazione sanitaria e socio-assistenziale (pubblica e privata), indipendentemente dalla propria dimensione, di dotarsi di un’infrastruttura tecnologica per gestire la propria attività quotidiana in modo più che efficiente. Questo significa che, grazie a Vitaever per esempio, le piccole strutture potrebbero dotarsi dello stessa tecnologia di una più grande, pagando in funzione della propria dimensione (in termini di attività svolta o numero pazienti) e favorendo lo scambio di informazioni ed il concetto di rete. Inoltre, oltre a garantire un modello di costo sostenibile per l’organizzazione stessa, Vitaever® cresce e si evolve grazie al contributo di tutti i suoi utilizzatori.
Ma a beneficiare di servizi come Vitaever®, non sono solo le strutture organizzative!
Infatti, principalmente, a beneficiarne sono i pazienti assistiti. Con questi strumenti tecnologicamente innovativi, il professionista della salute non solo riuscirà a concentrarsi maggiormente sulla sua attività principale, ma riuscirà a garantire una qualità di lavoro nettamente maggiore all'anziano in cura.


Per tutti questi motivi, quindi risulta davvero importante investire in servizi socialmente utili! Come abbiamo visto, a beneficiarne sono davvero tutti, ma soprattutto gli anziani e le loro famiglie.
software Cloud al servizio dell'assistenza domiciliare

#VITAEVER
#assistenzadomiciliare #aging #invecchiamento #caregiver
#ForumNonAutosufficienza  #NonAutosufficienza

martedì 22 dicembre 2015

Le sfide del terzo settore

E' ancora possibile una sanità per tutti?
La legittima domanda che si pongono tutti gli addetti del settore sanitario e dell'assistenza, ma anche i beneficiari finali.

La Presidente della Fondazione ANT, Raffaella Pannuti, espone come tale obiettivo si potrebbe raggiungere con la stretta collaborazione tra la sanità pubblica e privata: "nel 2014, con meno del 20% di denaro pubblico, ANT ha assistito 3525 pazienti in convenzione con l'SSN (circa l'8% dei 44842 pazienti oncologici seguiti al domicilio secondo il Flussi SIAD) e altri 6878 pazienti non in convenzione che quindi verosimilmente non sono stati intercettati dalle reti "ufficiali" di CP. Se si pensa che l'assistenza domiciliare ANT viene svolta in 9 regioni da gruppi multidisciplinari dedicati e operativi 365 giorni l'anno, h24 per una media di circa 100 giorni a paziente, risulta chiaro come l'impegno per continuare a rendere sostenibile tale servizio debba essere tra stato e privato sociale sia in termini progettuali sia per quanto riguarda gli aspetti economici" (cit. Vita).

Nonostante gli ostacoli dovuti alle carenze degli aiuti finanziari e di una mancanza, in molte situazioni, di una struttura di accordi tra pubblico e privato, ANT riesce quotidianamente ad offrire un servizio indispensabile ad un numero sempre crescente di cittadini. Questo è possibile anche grazie all'utilizzo di tecnologie innovative, come Vitaever®, che aiutano l'Organizzazione a rendere sempre più efficienti i propri processi interni ed esterni. Grazie a Viaever®, ANT è in grado di erogare più ore di servizio a fronte dello stesso costo.

mercoledì 4 novembre 2015

La nostra forza è la sicurezza dei vostri dati aziendali

Oggi, quasi ogni grande impresa sviluppa ed implementa nuove applicazioni su uno o più delle principali piattaforme Cloud pubbliche. Raramente, però, si valutano attentamente, fin dall'inizio, gli aspetti di sicurezza e rischio (S&R). Dovreste essere preoccupati? Quali piattaforme forniscono le protezioni e le funzioni di sicurezza migliori e necessarie per mantenere i vostri dati aziendali al sicuro? Forrester Wave ha esaminato quattro dei principali cloud pubblici tramite 15 principali criteri di valutazione della per rispondere a queste domande e aiutare i professionisti S&R a scegliere il giusto partener Cloud pubblico con le migliori pzioni per i controlli di sicurezza.

I provider di servizi Cloud analizzati sono stati: Amazon Web Services (AWS), CenturyLink Nube, IBM SoftLayer e Microsoft Azure.

Dallo studio è emerso che Amazon AWS risulta il migliore Cloud pubblico in termini di sicurezza e gestione del rischio ed è per questo che lo abbiamo scelto per distribuire il nostro servizio Vitaever®.

Leggi lo studio di Forrester Wave cliccando qui.



martedì 6 ottobre 2015

Cloud Computing: vi suggeriamo una lettura utile

In questo articolo vogliamo attirare la vostra attenzione su una pubblicazione di un libro scientifico, interamente dedicato al “Cloud computing”. Lo riteniamo utile per chi non conosce ancora il mondo tecnologico del Cloud e per chi vorrebbe approfondire le sue conoscenze.

Vitaever® è stata una delle Best practice che ha suscitato l’interesse degli autori ( L. Grandinetti, O. Piasacane e M. Sheikhalishahi ), divenendo uno dei casi di studio utili per sottolineare l’importanza del Cloud Computing nel mondo dell’assistenza domiciliare e territoriale. Vitaever® ha fornito un esempio pratico di come la tecnologia Cloud  possa supportare in maniera efficiente grande realtà domiciliari come  la Fondazione ANT Italia che quotidianamente assiste circa 4000 malati di tumori.

Si ringraziano gli autori per la collaborazione nella stesura del caso studio.

La versione online del libro è disponibile qui 

lunedì 21 gennaio 2013

Il Cloud Vitaever per gestire le procedure di infusione domiciliari

Un'altra importante realtà italiana ha scelto Vitaever per gestire la propria attività sul territorio. A Gennaio, è stato concluso l'accordo con Caregiving Italia, www.caregiving.it, per l'utilizzo della nostra tecnologia Cloud nei contesti di infusioni o autoinfusioni domiciliari.

Grazie al sistema, è possibile dematerializzare tutto il processo di registrazione cartacea dei dati e collegare in rete tutti gli attori del processo di assistenza. I dati raccolti vengono condisi con Clinici e Farmacisti per poter valutare l'andamento delle terapie e, appositi riepiloghi relativi all'attività programmata ed eseguita, riescono ad evidenziare eventuali situazioni di inefficienza o di mancato servizio: questo consente di migliorare l'efficacia e la qualità del servizio erogato.

Il sistema, già in fase di test, sarà pienamente operativo a partire da fine Febbraio.

mercoledì 12 dicembre 2012

Vitaever, Fondazione ANT e MMG

La Fondazione ANT ha deciso, in linea con la sua filosia, di coinvolgere in maniera sempre più diretta e trasparente tutti i Medici di Medicina Generale di Bologna nel processo di assistenza domiciliare che porta aventi da più di 35 anni. E' stata, quindi, inviata a tutti gli MMG di Bologna una comunicazione contenente le istruzioni e i dati per accedere al sistema Vitaever della Fondazione ANT.

Da un punto di vista tecnico, questo è stato possibile senza nessun investimento aggiuntivo da parte della Fondazione ANT grazie a Vitaever che consente la condivisione, a vari livelli di accesso, dei dati degli Assisiti. 

Anche in questa occasione, quindi, Vitaever, grazie al suo Cloud, si è dimostrata in grado di anticipare le necessità del cliente, fornendo una soluzione in grado di integrarsi con i flussi informativi dell'organizzazione.

giovedì 7 giugno 2012

Per aiutare gli amici dell'Emilia colpiti dal sisma, Vitaever è offerto gratuitamente

Abbiamo deciso di offrire il nostro aiuto alle popolazioni dell'Emilia colpite dal sisma offrendo gratuitamente Vitaever a tutti coloro che vogliono coordinare servizi di assistenza sanitaria o sociale. E' possibile utilizzare Vitaever per gestire assistenza sul territorio, organizzare la consegna di farmaci o pasti, coordinare l'attività di un numero infinito di volontari.

Speriamo che la tecnologia cloud computing possa aiutare in questo momento di difficoltà.

Sindaci, direttori di Usl, volontari e chiunque interessato può contattarci per essere aiutato ad utilizzare Vitaever. 

martedì 25 gennaio 2011

Antonio Tajani a Confindustria Emilia Romagna parla di Vitaever

Ieri, 24 gennaio, Antonio Tajani, Vicepresidente della Commissione europea, responsabile per l’Industria e l’Imprenditoria ha fatto il punto sulla scena economica europea insieme agli imprenditori emiliano-romagnoli di Confindustria. Al centro del suo discorso sono stati gli interventi messo in atto dall'europa sui temi industria e sviluppo.

Tajani parlando di innovazione sociale dice "abbiamo creato un gruppo di esperti incaricato di elaborare una definizione del concetto di Innovazione sociale e di premiare i 10 migliori progetti a livello europeo".

Tra questi spicca Vitaever. Tajani stesso continua "sono lieto di annunciarvi che ancora una volta Bologna figura ancora tra i primi della classe con il progetto Vitaever, sviluppato in collaborazione con la Fondazione ANT e la società bolognese di sviluppo software Nethical. Vitaever è un software semplice ed intuitivo col quale organizzare attività di assistenza e prestazioni erogate dal personale operativo, tener traccia di apparecchiature e presidi forniti a domicilio."

Il progetto Vitaever è pertanto raccontato nella pubblicazione "This is Social Innovation" dedicata dalla Comunità europea al concetto di Social Innovation, raccontato appunto attraverso 10 esempi.

martedì 7 settembre 2010

Cloud computing a Roma: ne parlano Vitaever, IBM, Microsoft, EMC2 e Cisco

La tecnologia Vitaever di Nethical è tra le innovazioni del Cloud computing e del SaaS che sarà presentata all'evento "Cloud computing e virtualization", ospitato dalla Provincia di Roma a Palazzo Valentini il 17 settembre, alle 14.30. Il gruppo di esperti formato da manager di Vitaever, IBM, Microsoft, EMC2, Cisco e Fhoster discuterà sulle opportunità tecnologiche ed economiche che aprono il Cloud computing, la Virtualizzazione e il SaaS (software-as-a-service). L’evento, promosso da Innovation Lab dell'Università di Roma 3 e dall'associazione di imprenditori italo-americana BAIA si rivolge ad un audience composta da middle-upper manager interessati a comprendere e discutere quali siano i trend in atto e i modelli di business abilitati dall’utilizzo di tali soluzioni.